Tour de France Femmes 2023, Audrey Cordon-Ragot: “Prima edizione oltre le aspettative e la prossima sarà meglio. Fare più giorni? Non siamo abbastanza, noi non abbiamo vacanze dopo il Tour”

Audrey Cordon-Ragot vuole essere al Tour de France Femmes 2023. L’atleta della Trek-Segafredo era presente alla presentazione del percorso, facendosi vedere per la prima volta in pubblico dall’ictus che l’aveva colpita il mese scorso e che avrebbe potuto avere conseguenze drammatiche. La francese è stata raggiunta dai nostri microfoni e ha parlato inizialmente della storica prima edizione per poi soffermarsi sulla prossima, commentandone il percorso, il format e le varie novità che ASO ha deciso di introdurre, a partire da quella del numero di atlete per squadra, che saranno sette e non più sei.

“Mi ha dato i brividi – ha spiegato ai nostri microfoni riferendosi alle immagini della passata edizione – È vero che ci piace sempre rivivere i momenti belli come le meno buone, perché le cadute hanno fatto parte di questo primo Tour femminile, ma questo ci dà voglia di tornare. Il primo Tour è andato persino oltre le nostre aspettative. Non l’avevamo mai vissuto, in termini di pubblico, ma anche di organizzazione, che è stata quasi perfetta e penso che il prossimo sarà ancora meglio, e soprattutto più mitico. Come per il primo anno anche questo è un percorso polivalente, completo, tutte avremo un’occasione in un dato momento della settimana. Io sono molto contenta soprattutto della crono l’ultimo giorno, che per me è la tappa da vincere”.

La transalpina ha spiegato che anche il format di una settimana è quello più adatto, visto che sarebbe impossibile per l’attuale ciclismo femminile sostenere una corsa più lunga: “Penso che sia un format adatto a tutte. Non ci sono gli effettivi per fare più giorni di corsa. Bisogna pensare anche alle altre organizzazioni che vengono dopo, perché le donne non hanno vacanze dopo il Tour, facciamo tutto di seguito. Quindi penso che il format sia molto adatto a quello che è in questo momento il ciclismo femminile”

Per la classe ’89, poi, anche l’aggiunta di un’atleta per squadra non dovrebbe togliere spettacolarità alla corsa: “Dovrebbero esserci sette atlete per squadre al via. Può portare a una corsa un po’ più dinamica, meno calcolata, ma parlando in generale, sei o sette, siamo comunque meno degli uomini e quindi questo permette di avere una corsa meno imbrigliata”.

Infine, l’ultimo commento è sulla sua salute: “Sto bene, ho recuperato molto bene dall’operazione, sono stata seguita bene e sono pronta a riattaccarmi il dorsale alla schiena. Non ho ancora ripreso l’allenamento, mi resta ancora una settimana tranquilla, poi riprenderò sull’isola di Martinica con un periodo di adattamento. Non ho mai avuto un periodo di stop così lungo nella mia carriera, sono due mesi che non faccio nulla. I primi colpi di pedale saranno complicati, ma ho davvero tanta voglia”.

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